Sulle note di Lucio Dalla Pesaro ha salutato il festival. Appuntamenti da tutto esaurito nella tre giorni. Ora al lavoro per la nuova edizione con l’obiettivo in vista di Capitale della cultura, Lucrezia Ercoli: “questo festival è patrimonio della città, destagionalizziamo e andiamo nelle scuole”.
“Popsophia è una scommessa vinta, è un onore per noi averla oggi a Pesaro, è stata fondamentale per l’ottenimento del titolo di Pesaro Capitale della cultura”. Il sindaco Matteo Ricci dal palco ha chiuso l’edizione 2022 di Popsophia dedicata al “Tempo ritrovato” di fronte ad una piazza del Popolo gremita come non mai per l’ultimo appuntamento, il nuovo philoshow inedito dedicato a Lucio Dalla. Ieri in un colpo d’occhio pazzesco di una piazza del Popolo viva e assorta è andato in scena il nuovo spettacolo inedito targato Popsophia e dedicato al cantautore bolognese Lucio Dalla, un omaggio a 10 anni dalla morte, gli stessi anni di presenza del festival in città come ha ricordato il primo cittadino: “Popsophia è un pilastro dell’offerta culturale della nostra città e Lucrezia Ercoli è stata tra le prime a credere in noi vedendo le potenzialità del progetto per Pesaro Capitale della cultura – ha ricordato Matteo Ricci – una scommessa vinta 10 anni fa quando il festival è approdato qui. E’ stato un grande onore e tanti sindaci italiani hanno provato a portarcela via. Stasera è una serata splendida, mai vista la piazza così piena, ci scusiamo con chi non ha trovato posto, segno che ogni anno il festival cresce e noi ne siamo molto soddisfatti”.
Lo spettacolo filosofico musicale è stato un viaggio all’interno delle note di Dalla che ha rappresentato un unicum nella scena musicale italiana, ma soprattutto nelle storie che il cantautore sapeva scovare e raccontare, restituendole con un potere visionario e reale al tempo stesso. Filo rosso della narrazione il tema del mare introdotto dal filosofo Simone Regazzoni che partendo dal “fiume Oceano” ha dato una lettura filosofica di “Com’è profondo il mare”. “Il nostro non è un pianeta Terra, è un pianeta blu, il ritornello della canzone è come un mantra amniotico e ipnotico che circonda la mondanità del testo” – ha illustrato lo studioso.
Sul palco poi un gradito ritorno, quello di Mister Fantasy Carlo Massarini che ha contestualizzato l’apporto di Lucio Dalla alla scena culturale musicale italiana: “era un unicum – ha detto raccontando una serie di aneddoti inediti e spiritosissimi – era reale e surreale, sarcastico e tenero, tagliente e visuale, era libero e teatrale, artista dalla smisurata immaginazione che amava le storie e che sapeva raccontarcele come se le avessimo davanti”. Protagonista ovviamente la musica, con i brani più famosi di Lucio Dalla eseguiti dal vivo e accompagnati da alcune clip video di interviste e materiali dell’epoca. Da Caruso a Canzone, da Nuvolari a Disperato erotico, gran parte della discografica di Lucio Dalla è stata ripercorsa nello spettacolo regalando agli spettatori oltre due ore di musica e spettacolo vero.
A tirare le somme del festival e guardare al futuro la direttrice artistica Lucrezia Ercoli: “siamo partiti dalla nostalgia, da uno sguardo rivolto al passato perché quando franano le certezze ci aggrappiamo a ciò che siamo stati. Ci si aggrappa alla musica, ai ricordi perché come abbiamo visto in questa edizione le canzonette, grazie alla memoria involontaria come la intendeva Proust, ci fanno tornare bambini. Lucio Dalla non ha però nostalgia del passato, lui sperimenta la nostalgia del futuro, di ciò che non è stato e potrebbe essere, è un desiderio che guarda avanti, una postura di Lucio Dalla che si proietta chiamando a sé il mondo, consapevole che io sono nulla senza gli altri e la città. Solo così si crea una storia che è la mia, ma è anche la nostra. Anche per Pesaro Capitale della cultura ci siamo lasciati suggestionare da questo pensiero. Abbiamo guardato non alla Pesaro che c’era, ma a quella che avrebbe potuto essere, alla Pesaro che volevamo. E anche Popsophia dopo 10 anni è un corpo di questa città. L’obiettivo in vista del 2024 è un percorso con tappe di avvicinamento che non limitino l’esperienza della pop filosofia al momento festivaliero di luglio, ma che approdi con una destagionalizzazione nelle scuole, per momenti di formazione e di cultura che diventino materia di confronto quotidiano”.