“La maggioranza degli uomini è cattiva”

Philoshow sulla narrazione della guerra fra cinema e filosofia dal palco di Pesaro con i Tlon e lo sguardo lucido del giornalista Paolo Pagliaro

Si è aperto con un minuto di silenzio come segno di rispetto e commozione per la tragedia di Fano (un bimbo di 8 anni e il suo papà sono annegati in mare mentre facevano il bagno) il philoshow di Popsophia dedicato alla riflessione sul ritorno dei fantasmi della guerra. Una giornata impegnata e impegnativa quella del sabato, introdotta nel pomeriggio dagli scrittori Igiaba Scego, Giulia Caminito e Matteo Cavezzali. Temi di grande impatto sono stati analizzati dagli ospiti con un’analisi limpida e fuori dalla retorica. Ad aprire Igiaba Scego, scrittrice italo somala che ha mostrato come gli afro europei siano sempre stati una presenza reale nel mondo europeo e per farlo ha rintracciato la presenza di persone di colore nei dipinti e nelle statue dell’arte occidentale. Figure come quelle di Benedetto il moro o ancora il ritratto della figlia di Alessandro de Medici, che nella rappresentazione mostra i tratti della sua discendenza da parte della nonna paterna, una donna di colore. Attraverso una storia dell’arte vista attraverso la lente degli euro africani la Scego ricostruisce una narrazione storica non tramandata e poco nota all’interno della Storia dell’arte e della storia stessa.

La stessa “damnatio memoriae” che ha colpito alcune scrittrici donne che non si trovano in libreria o nelle biblioteche, dimenticate anche dagli stessi editori che in vita le avevano pubblicate e delle quali è andata alla ricerca Giulia Caminito, scrittrice vincitrice del premio Campiello. Una ricerca quasi accademica nata dalla volontà di tramandare voci che altrimenti sarebbero state destinate a spegnersi. Tra queste ad esempio Zora Neale Hurston, ma anche le italiane Pia Rimini, Livia De Stefani, Laudamia Bonanni, Marise Ferro o Sibilla Aleramo.

Ad anticipare i temi della sera lo scrittore Matteo Cavezzali ha raccontato i tirannicidi, quelli riusciti e quelli sventati che hanno cambiato o avrebbero potuto cambiare la storia. Da quello più noto di Francesco Ferdinando, riuscito perché la carrozza che portava l’imperatore tornò indietro dopo un primo assalto, consentendo all’omicida, Gavrilo Prinzip, di completare l’opera. A quelli sventati da Benito Mussolini ad opera di Anteo Zamboni e dell’anziana irlandese Violet Gibson, fino a quello recentissimo del primo ministro giapponese Abe.

Il philoshow della serata ha avuto come tema conduttore la narrazione della guerra nel cinema e nelle canzoni: da The end a La guerra di Piero, da Generale fino a immagini cinematografiche come quelle tratte da Orizzonti di gloria o “Dottor Stranamore”. A condurre la discussione e riflessione sulle origini del male il duo filosofico Tlon, Andrea Colamedici e Maura Gancitano e il giornalista Paolo Pagliaro. “Questo tempo ritrovato doveva essere un tempo felice di ritorno alla normalità e invece i fantasmi del passato e di una guerra come le nuove generazioni non avevano mai conosciuto aleggia di nuovo su di noi – ha detto in apertura la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – e abbiamo voluto costruire questo spettacolo per capire quali domande e quali risposte dare a questa nostra angoscia sul presente. Perché è necessario problematizzare il nostro essere spettatori della guerra attraverso una visione mediata. Pólemos polis e politica sono legati, occorre diventare da spettatori a distanza, spettatori consapevoli, decostruendo la retorica reazionaria per depotenziarla”. “E’ sconfortante come a oltre 2000 anni di distanza, le domande e le risposte siano le stesse – ha concluso la Gancitano – e forse aveva ragione l’iscrizione sul tempio di Apollo a Delfi: “la maggioranza degli uomini è cattiva”.