Popsophia da tutto esaurito

Debutto ieri a Pesaro per “Il tempo ritrovato”. Pienone al cortile di palazzo Mazzolari Mosca e in piazza del Popolo sul filo della nostalgia

Il festival si è aperto all’insegna della vitalità, con gli appuntamenti pomeridiani e col serale che hanno attirato  un pubblico numerosissimo che ha affollato gli spazi ben prima dell’orario di inizio. Il tema del “Tempo ritrovato” ha rappresentato di fatto il ritorno agli spettacoli dal vivo, mai così vitali dai tempi del pre-Covid. “Abbiamo immaginato questo tema lo scorso anno – ha esordito la direttrice artistica Lucrezia Ercoli –  quando ipotizzavamo la ripartenza dopo due anni di pandemia, poi in questi mesi le cose si sono complicate, gli spettri della guerra e di un conflitto mondiale hanno reso inquieto questo nostro tempo e il festival è diventato l’occasione per riflettere attorno a questi eventi. Tre giornate che guardano al passato tra memoria, ricordi e nostalgia, ma anche ad un domani di speranza”. A salutare il pubblico l’assessore Camilla Murgia che ha sottolineato il ruolo di Popsophia nella realtà pesarese: “nel 2020 Popsophia è stato il primo festival a riaprire dopo il lockdown ed è stata fondamentale nel processo di formazione del progetto per Pesaro Capitale della cultura 2024. L’estate pesarese è partita alla grande e stiamo vivendo questo tempo ritrovato che significa condivisione di momenti e spazi”.

Ad entrare subito nel tema lo scrittore e saggista Filippo La Porta che partendo da Proust e incrociando Pasolini ha dimostrato come anche la musica, la canzonetta popolare possa essere la “madeleine” che innesca la memoria involontaria capace  di farci tornare al passato e al suo carico di emozioni. Attraverso Licia Troisi, astrofisica e scrittrice di fantasy il tempo della scienza e quello della fantascienza hanno trovato il loro punto di incontro fino ad arrivare alle estreme conseguenze ipotizzate dalla serie tv Sevenance dove una scissione programmata separa i ricordi per operare una separazione tra vita lavorativa e vita personale.

La sera in piazza del popolo la nostalgia ha preso la forma del philoshow con Marcello Veneziani e Cesare Catà. Fra i brani di Borges e Kierkegaard recitati dall’attore Stefano Tosoni, fino ai brani eseguiti dal vivo dalla band di Popsophia, Factory, la direttrice artistica Lucrezia Ercoli ha tessuto uno spettacolo sul filo della letteratura e della filosofia. “La nostalgia non attiene alla memoria, attiene al ricordo – ha detto il filosofo Veneziani-  perché ha a che fare col cuore. Viviamo oggi un tempo che è l’epoca del silenzio della nostalgia, ma come Ulisse dovremmo voler ascoltare il canto delle sirene, magari legandoci ad un albero per non perderci, non c’è niente di peggio che non sperimentare l’incanto”.