“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie,
ma la risposta che dà a una tua domanda”.
Italo Calvino
Civitanova Alta dal 18 al 28 luglio 2019 diventa un’unica mostra urbana. L’ambizione di Popsophia è quella di trasformare la città tra le mura in borgo espositivo, costruendoci un contenitore indivisibile. Con le installazioni che dialogheranno con i Philoshow, produzioni distintive del festival, con le rassegne e con tutti gli ospiti.
L’esperimento prende in prestito il nome da uno dei successi più significativi di David Bowie, “Space Oddity”. Si respirerà infatti dentro uno spazio inusuale, addirittura “strano” perché mai visto, che vuole spronare alla curiosità. Il viaggio declina la “bellezza della velocità” in tutte le sue forme. Il percorso sarà fatto tra i più affascinanti contenitori del luogo, e in “Space Oddity” ci si imbatterà in un’esibizione spudorata dei prodotti di massa, che verranno provati sulla propria pelle. La volontà è eliminare il diaframma che esiste tra opera d’arte e fruitore, per far vivere momenti esperienziali.
La velocità di “Space Oddity” è indissolubile con il tema “Verso l’infinito ed oltre”, il celebre motto di Toy Story, cult targato Pixar del cinema d’animazione.
SPACE ODDITY
La piazza
La realizzazione in Piazza della Libertà di un’installazione immersiva in grado di valorizzare gli elementi esposti sul tema del viaggio interiore e della velocità e fare in modo che il pubblico possa fare un’esperienza unica. Non una mostra ma un vero e proprio tuffo esperienziale nel dinamismo, sia interiore che esteriore. L’installazione è composta da elementi che si muoveranno in sincrono: una parte con led per creare effetti luce e di movimento, un’altra creata con un videomapping architetturale che prenderà tutta la parete di Palazzo Ducale per coinvolgere e integrare lo spettatore nell’ambiente. Il tutto in un’unica colonna sonora che farà da trait d’union.
Piazza della Libertà
Il mito
Stravolgendo l’equilibrio vitruviano del classicismo, tra uomo e motocicletta nasce una forma plastica mai vista, un elogio della velocità che viaggia in bilico. Sorprendendo persino il cinema, che innalza così la moto ad oggetto del desiderio, traslandola verso il mito. Come il chopper sogno di libertà in Easy Rider, centro dell’esposizione. La chiesa di Sant’Agostino diventa Tempio della Meccanica, con alcune delle motociclette simbolo dell’immaginario che si ergono come statue su piedistalli grazie alla splendida collezione di Giacomo Frontalini.
Auditorium di Sant’Agostino
L’ordigno
Elogio della velocità marinettiana, il treno in epoca industriale accelerava lo spazio, riuscendo a mettere in contatto uomini e cose più rapidamente. Un mito della modernità, che irrompe sul piano filosofico e artistico, scalzando l’estetica geometrica con forme sfuggenti. Un treno “Satana su rotaia”, come è stato definito da Giosuè Carducci, inno di un pensiero laico che si avviava a stravolgere l’Ottocento. La sala Ciarrocchi ospita il “Treno in corsa”, capolavoro futurista assoluto di Ivo Pannaggi, di Palazzo Ricci, per gentile concessione della Fondazione Carima. A fare da cornice le splendide suggestioni di Riccardo Ruggeri e le composizioni musicali di Matteo Moretti.
Sala Ciarrocchi in Pinacoteca
L’azzardo
Qui, in una “Ville Lumière” assopita nei primi bagliori del giorno, un’auto è lanciata a folle corsa per raggiungere il desiderio e l’incontro d’amore. L’insana pazzia al volante è al contempo una bramosia che alberga in noi. Cioè l’andare a tavoletta per sconfiggere i limiti. Per esaltare quella velocità capace di accorciare l’eterea distanza tra lo spazio e il tempo. Allo Spazio Multimediale San Francesco corrono le immagini di “C’était un rendez-vous”, cortometraggio del 1976 di Claude Lelouch. Grazie a un piccolo capolavoro grafico di Mauro Cicarè la cappella laterale ospita un omaggio a Niki Lauda.
Spazio multimediale di San Francesco
L’artificio
Addirittura entrare in una monoposto di Formula 1, artificio e riproduzione però di un modello di realtà. È il sacrario di una velocità che non c’è, della voglia di gareggiare in pantofole, senza rischi. Evitando le complicazioni della vita. I simulatori sono macchine figlie dell’uomo nuovo, connesso con tutti ma bloccato dietro ad uno smartphone. Che conosce il mondo ma non l’ha mai visto. Che sa viaggiare solo sbirciando dal buco della serratura. Lo Space Oddity si estende con diversi simulatori tecnologicamente avanzati, distribuiti sapientemente da Gianluca Di Iorio all’interno dello spazio multimediale di San Francesco.
Spazio multimediale di San Francesco
Blue Moon
La leggerezza di un passo, pesante nel suo distaccare l’uomo dal Mondo per portarlo a battere il limite. Superando Icaro, oltre la Terra. Nel 1969 Neil Armstrong raggiunse l’irraggiungibile, scavalcò il confine invalicabile per conquistare la Luna. Soglia che affascinava e spaventava come le Colonne d’Ercole. A cinquant’anni da quell’evento, la Luna, bella e agghiacciante col suo Lato Oscuro, è viaggio oltre noi stessi. Con Platone, Ariosto, Leopardi per proiettarsi “Verso l’infinito e oltre”, con il liceo “G. Leopardi” di Recanati, con la direzione scientifica di Claudio Bernacchia.
Cortile della Pinacoteca