“Arrivare in una nuova città, senza l’attrattiva di nomi noti del circuito televisivo o editoriale, era una sfida e un azzardo che abbiamo voluto tentare su Ancona. Non ci saremmo mai aspettati che fin dai primi appuntamenti la città rispondesse con una presenza così numerosa, ma soprattutto con una totale adesione al progetto, comprendendo fin da subito la nostra peculiarità”.
La direttrice artistica di Popsophia Lucrezia Ercoli commenta così, a qualche giorno di distanza dalla chiusura dell’anteprima alla Mole Vanvitelliana, il debutto ad Ancona del festival.
A dicembre infatti, attraverso la rassegna “E se domani“, Popsophia ha lanciato il festival di marzo con due appuntamenti a tema natalizio, uno dedicato all’immaginario culturale del Natale e l’altro al futuro, con le canzoni di Lucio Dalla. Due appuntamenti che hanno riscosso un successo inimmaginabile fin dalle prime battute e che ha portato l’amministrazione a prevedere un terzo appuntamento con uno spettacolo sulla “filosofia del Tuca tuca”, un omaggio a Raffaella Carrà e alla rivoluzione culturale compiuta attraverso ombelichi al vento e caschetto biondo. Un appuntamento che ha letteralmente conquistato Ancona e che ha portato ad un ulteriore incontro, stavolta su di un tema ben più complesso ed articolato, denso di implicazioni storiche e politiche come lo spettacolo inedito dedicato alla narrazione visuale della Shoah ideato in occasione della Giornata della memoria lo scorso 27 gennaio.
Si è chiusa così un’anteprima che ha visto il raddoppio degli appuntamenti, che ha permesso di affinare metodologie e procedure di organizzazione alla Mole e che ha incontrato un apprezzamento e un favore da parte degli spettatori mai riscosso altrove.
“Siamo stati davvero piacevolmente sommersi da un affetto e un apprezzamento incondizionato – ha detto la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – il festival esiste ormai da tredici anni, ha cambiato format negli anni, senza mai perdere però l’obiettivo con cui è nato, ovvero di utilizzare la filosofia per raccontare i fenomeni del contemporaneo. Nulla è troppo pop da non poter essere raccontato dalla filosofia. E Ancona ha fin da subito compreso la peculiarità del festival che ha una sua identità specifica e rappresenta un unicum a livello nazionale. Tutti i temi che abbiamo portato ad Ancona, da quelli più lievi fino a quelli più delicati e controversi sono stati approfonditi attraverso serate ricche di intensità, con la musica della nostra band Factory e con i video montaggi di clip che attingono all’immaginario del cinema, dei fumetti, delle serie tv. Mai ci era capitato di vedere un pubblico così motivato, che ha percepito subito il carattere imperdibile dell’evento”.
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