Dalla prima donna in bici alla prima donna in auto, Rocksophia ha celebrato il mito dell’automobile e come questo si è intrecciato con l’emancipazione femminile.
Giro di boa per il festival Rocksophia che questa sera chiude la quattro giorni con una serata adrenalinica dedicata al Boss della musica Bruce Springsteen con la presenza e il ritorno a Civitanova di Mister Fantasy Carlo Massarini.
Ma ieri è stato il giorno dei motori con il philoshow dedicato al mito dell’automobile, sostantivo femminile, ma a lungo argomento esclusivo di dibattito maschile. E nello spettacolo musicale che ieri sera ha riempito il Varco sul mare la direttrice artistica Lucrezia Ercoli ha esplorato e tracciato i significati evocativi dell’auto, da simbolo del progresso e della fiducia nel futuro e della velocità a mezzo di trasporto democratico, da strumento di libertà ed emancipazione a contraddizioni e interrogativi sull’integrazione uomo macchina.
“L’auto ha colonizzato il nostro immaginario. Calvino scrive che la vera rivoluzione dell’auto è lo specchietto retrovisore capace di dare un duplice sguardo di controllo su due piani visivi rimanendo fermi. E a questo serve oggi parlare del mito dell’auto, fare i conti con il passato, ma aprendo le frontiere dell’immaginazione per pensare alla direzione verso cui andare domani” ha sottolineato Lucrezia Ercoli.
E del domani dell’automotive ha parlato Fjona Cakalli, influencer e divulgatrice nel mondo dei motori, conduttrice della trasmissione Touch che si occupa di nuove tecnologie. Cakalli ha demolito lo stereotipo di “Donne e motori” come oggetti dello sguardo maschile, partendo da Bertha Benz, fino ad arrivare al futuro delle auto a guida automatizzata come già avviene con i robo taxi.
A parlare poi cinema e musica con la Factory, con le immagini potenti di film come Thelma e Louise o quelle della saga di Mad Max e brani come Run baby run, Fast car, fino all’italianissima “Andavo a cento all’ora”.
Ma il pomeriggio si è aperto con due ruote grazie a Simona Baldelli e alla bici di Alfonsina Strada, un’impresa sportiva che è stata unica, ma che ci racconta del superamento di un limite, la bici come mezzo per vincere la povertà e la condizione di marginalità femminile nella società.
E infine il pallone: con la premiazione del premio Sports Awards alla “Civitanovese calcio” seguita alla lectio di Giancristiano Desiderio sul calcio come metafora di vita e viceversa e dello sport come arma di ribellione ai totalitarismi.
Oggi il festival si chiude con gli ultimi tre appuntamenti da non perdere: l’ultima giornata è dedicata ai corpi che si muovono a ritmo di musica. Nel pomeriggio torna a Rocksophia lo scrittore e saggista Filippo La Porta che illustrerà la bellezza difforme delle sculture di Marc Quinn, artista contemporaneo noto per i suoi corpi di marmo simili a quelli della statuaria classica, ma amputati, sformati, deformati. Di corpi che aspirano alla perfezione parlerà alle 18.30 Francesca Marzia Esposito. Un percorso che va da Arnold Schwarzenegger a Carla Fracci, dalla costruzione degli ultracorpi barocchi dei body builder all’aspirazione all’assoluta leggerezza dei corpi filiformi delle ballerine. In chiusura premio Sports Awards al Club Vela Civitanova.
Il festival si chiude alle 21.15 al Varco sul mare con l’ultimo philoshow “BORN TO RUN, Filosofia di Bruce Springsteen”. Un finale scoppiettante con un tributo al “Boss”, i grandi classici della sua carriera eseguiti dalla band Factory e commentati da Carlo Massarini che torna a Civitanova per una serata dedicata al più grande del rock. Due ore di musica per scoprire perché siamo “nati per correre”.