Rocksophia emoziona parlando di lotta e Olimpiadi

I salti di Michael Jordan, il gymnasium di Platone dove si allenava parola e corpo, la determinazione di Mohammed Alì, gli anelli olimpici e la musica che accompagna e celebra ogni grande impresa sportiva. È stato un vero e proprio spettacolo il debutto del philoshow di Rocksophia a Civitanova. L’impresa di “competere” con la serata inaugurale dei giochi olimpici a Parigi era ardua, ma una straordinaria affluenza di spettatori ieri sera ha affollato il Varco sul mare per assistere al primo dei tre spettacoli in programma dedicato all’epica dello sport per eccellenza. E la scelta non è stata delusa perché Rocksophia ha saputo regalare due ore di bellezza, commozione e riflessione. Uno dei più bei philoshow grazie alla perfezione esecutiva della Factory che ha eseguito un repertorio di “musica da combattimento”, mai banale, donando ritmo e grazia. E per la prima volta sul palco è arrivata anche la danza con le ballerine di “Espressione arte danza” che hanno costruito coreografie attorno alle immagini dei campioni dello sport. Una scaletta che ha mescolato Chariots Of Fire dal film Momenti di gloria a Whitney Houston col brano One moment in time che ha scandito le Olimpiadi di Seoul, Barcelona con Ludovica Gasparri nei panni di Montserrat Caballe e Mattia Bastianelli in quelli di Freddie Mercury. Immancabile poi “We are the champions” che dà il titolo al philoshow.

Simone Regazzoni

Ma tra gli ingredienti dello spettacolo ci sono anche le parole, quelle affidate a Simone Regazzoni che ha costruito una serie di interventi sentiti e quasi commoventi. Nella sua duplice veste di filosofo e lottatore di Hwa rang do ha saputo offrire riflessioni di grande verità attorno al ruolo dello sport, celebrando la fatica, il sudore, la capacità di rialzarsi di fronte alle cadute attraverso gli esempi di Platone, lottatore prima che filosofo, allenatore di piedi e corpi prima che di menti, di Muhammed Alì e di Michael Jordan.

Per Platone l’origine della filosofia non è il logos – ha detto Regazzoni – ma è l’atto di alzarsi in piedi. Cambiare la postura seduta, che è quella degli schiavi costretti a guardare uno schermo, ritenendo quella la verità, e alzarsi in piedi”.

Da sinistra Fabio Luna, Claudio Morresi, Lucrezia Ercoli e Maria Luce Centioni

Lucrezia Ercoli ha tracciato il ruolo delle Olimpiadi, dall’antichità classica ad oggi, soffermandosi in particolare sulla connotazione di educazione collettiva che lo sport veicolava: “Il vero premio, diceva Solone, per il vincitore non è la corona, il premio è per tutti ed è l’eudaimonia, la felicità, perché gli esercizi ginnici sono fondamentali insieme alla musica, all’arte e al teatro, perché lì imparano a resistere al dolore della vita”.

Ad aprire la serata i saluti istituzionali con il vicesindaco Claudio Morresi e la presidente dei Teatri di Civitanova Maria Luce Centioni. Per l’occasione era presente anche il presidente del Coni Fabio Luna che è stato insignito del premio “Sports awards” in rappresentanza del movimento sportivo marchigiano. Luna ha ricordato alcuni primati delle Marche: “Per la prima volta le Marche a Parigi partecipano con il maggior numero di atleti in gara dal 1896 ad oggi. Il nostro Marco Tamberi è portabandiera. Ben vengano le medaglie, ma ciò che ci inorgoglisce di più è che siamo la prima regione in Italia per numero di associazioni sportive e tesserati in relazione al numero di abitanti”.

Nel pomeriggio, dopo gli interventi dei sociologi Ivo Stefano Germano e Mario Tirino sul racconto dello sport e sulla trasformazione degli atleti da campioni a miti sportivi la seconda premiazione degli Sports Awards con il premio conferito all’associazione Cluana Boxe che proprio quest’anno ha festeggiato i 25 anni di attività. A ritirare il riconoscimento il presidente Massimiliano Bruni assieme agli allenatori Stefano Marsili e Stefano Castellani e alla giovane promessa civitanovese della boxe Moullabi Nizar che si è qualificato alle competizioni nazionali a Catania.