Scopriamo altri mondi dopo la fine del mondo

“Realismo Visionario” parte col botto

E se la filosofia fosse proprio questo? Riuscire ad abitare in altri mondi dopo la fine del mondo”. Con queste parole Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia, ha inaugurato Realismo Visionario, il primo festival italiano con pubblico dal vivo dopo il lockdown, in scena a Pesaro fino a domenica. Piazza del Popolo è stata gremita dalle prime ore del pomeriggio di ieri, giovedì 2 luglio, andando avanti fino al sold out della sera.

Tra distanziamento sociale tra le sedie, gel mani per ogni partecipante e composte file in mascherina, la prima giornata della rassegna è partita sotto i migliori auspici, con la grande voglia di stare insieme, condividendo il pensiero. “In quarantena abbiamo parlato della fine di un mondo, quello che conoscevamo prima – ha continuato la Ercoli -, ma le narrazioni che presenteremo ci aiuteranno ad espandere i confini di questo spazio, ripensandolo”.

Il culmine c’è stato con il Philoshow, lo spettacolo filosofico musicale con ospite Michela Murgia, che ha ripercorso narrazioni di donne fuori dal comune. “Ci sono state molte possibilità per le donne di salire una scala del prestigio, a patto di non discutere il modello maschile – ha osservato la Murgia -. Modello che dice: se vuoi avere lo stesso potere di un uomo devi comportarti come un uomo, ma meglio. Chi ha seguito questa strada è una martire, ma non è stata visionaria. Ci sono state invece Morgane che hanno deciso di sbattersene di piacere agli altri. Volendo piacere solo a se stesse”.

Prima un sentito saluto a Giulio Giorello, uno dei più celebri filosofi italiani, grande amico di Popsophia. A ricordarlo, Massimo Donà. La serata è proseguita sulle note della Factory, con la voce recitante di Rebecca Liberati.

Il pomeriggio si è invece aperto con Riccardo dal Ferro, che ha ammesso l’importanza “di parlare di mondi distopici, perché in questi momenti ci servono storie che mettano in discussione la nostra realtà”. Analizzando Il Buco, una “favola sulla diseguaglianza” distribuita da Netflix durante la quarantena.

Altre narrazioni del piccolo schermo sono state seguite da Tommaso Ariemma, con la serie tv Watchmen, tratta dal fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons. Esempio per descrivere alcune azioni dell’oggi. “La politica – ha spiegato – ricorre a degli elementi colossali per farci sentire piccoli. Nella chiusura del fumetto, il popolo viene comandato con la paura, e viene reso minuscolo”.

Popsophia quest’anno non è solo una riflessione sul Realismo Visionario ma è un esperimento – le parole poi di Simone Regazzoni -, che riporta gli uomini in piazza. È l’esempio di una filosofia che si alza, lascia gli schermi utilizzati nella quarantena. E, ad una distanza anche di sicurezza, mette in campo i corpi. Per stare al mondo non basta solo descriverlo, ma bisogna muovercisi, camminare”.

La serata ha visto i saluti istituzionali, con Popsophia che è promosso con la Regione Marche e il Comune di Pesaro, con il sostegno di Riviera Banca.

Nel lockdown ho immaginato quanto fosse importante ripartire dopo una fase così dura, con la voglia di riflettere ed essere allo stesso tempi realisti e visionari – ha detto il presidente della Regione Luca Ceriscioli -. È bello poter tornare a vivere tutti insieme questi momenti, guardando avanti”.

Abbiamo visto una città vuota e tristissima nella quarantena – ha continuato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci -, ma l’abbiamo dovuta fare per sconfiggere un nemico comune, rinunciando a tante libertà. Come la cultura, che è fatta di emozioni e passioni”.

L’assessore Daniele Vimini ha infine sottolineato come Popsophia sia “il primo festival che inaugura l’estate pesarese, con un’organizzazione che sta mettendo grande impegno”.

E la nottata ha regalato una grande sorpresa: Sandro Veronesi, che sarà ospite domenica di Popsophia, ha appena vinto la 74esima edizione del Premio Strega. Quella di Pesaro sarà la sua prima apparizione in pubblico dopo il conferimento.