Popsophia chiude e saluta Pesaro. “È questa la droga che ci fa bene”

Popsophia saluta Pesaro sulle note di “The end” di Jim Morrison. Nel giorno esatto dei 50 anni dalla sua scomparsa il festival ha regalato una serata evento con Carlo  Massarini che ha saputo raccontare il mito, la genialità e la teatralità del profeta Morrison, e con Cesare Catà che ne ha sottolineato invece il tratto legato al dionisiaco.

 

La serata conclusiva si è aperta con i saluti del sindaco Matteo Ricci che ha ringraziato la direttrice artistica Lucrezia Ercoli per “l’occasione che date ai pesaresi di ragionare e vivere sulla situazione che stiamo vivendo” – ha sottolineato il primo cittadino – “Io non lo so se c’è il Paradiso, ma quello che stiamo vivendo in piazza in questi giorni di certo gli somiglia. L’idea che con la cultura senza artifici, senza droghe e alcol si possa fare un viaggio con la mente è il più potente stupefacente. Nella serata di venerdì addirittura avete pareggiato la sfida contro la nazionale di calcio, solo voi in Italia siete capaci di organizzare nello stesso orario di una partita degli Europei un evento e avere il pienone. Segnale che il Festival è entrato nel cuore dei pesaresi e dei turisti e speriamo possa restare tanti anni con noi”.

 

Il pomeriggio si era aperto proprio all’insegna delle due anime che avrebbero caratterizzato la serata: con Noemi Serracini il viaggio nella spiritualità del rock e con il filosofo Simone Regazzoni quello alla ricerca delle origini del dionisiaco nella civiltà minoica, dalla tavoletta di Cnosso dove era scritto “Miele alla signora del labirinto”, dove il miele stava per la prima sostanza psicotropa, l’idromele, fino a al Socrate “farmakos” , “spacciatore di pensiero attraverso la filosofia, la droga più potente”.

 

Il Gran finale è tutto però sul mito di Jim Morrison attraverso le sue canzoni più potenti ed evocative, eseguite live dalla Factory e accompagnate dal racconto di Carlo Massarini e Cesare Catà. In piazza il pienone, con gente anche oltre le ringhiere per tutta la durata del philoshow.

 

Un’attenzione che inorgoglisce la direttrice artistica Lucrezia Ercoli che traccia a caldo un primissimo bilancio: “siamo felicissimi, il nostro è un  bilancio di numeri, perché gli appuntamenti sono andati sold out, ma lo erano già 48 ore dopo la messa online. Ma il bilancio a cui teniamo di più è quello culturale, siamo felici di aver creato un programma di 3 giorni dedicato al tema dei Paradisi artificiali, tutti gli ospiti si sono spesi per raccontare un frammento dedicato alle dipendenze, alle droga, al dionisiaco, alle origini della filosofia e delle  serie tv, davvero filosofia e cultura pop che raccontano le grandi domande del presente guardando al passato. Siamo soddisfatti di aver creato un festival inedito e non passerelle di ospiti. Siamo fieri di aver dato qualcosa in più e il pubblico ci ha premiato”.