Popsophia canta l’abisso dell’esistenza

Dal nichilismo nella musica al male di vivere nel cinema e nelle “canzonette”. Partenza in musica a Popsophia con il primo dei Philoshow che ha tradotto e interpretato il tema dello Spettacolo del male attraverso la forza della musica e la potenza delle parole.

Logos e mithos hanno animato la prima delle giornate di festival con l’avvio delle rassegne, dei laboratori per bambini e adulti e dello spettacolo serale.

Una Mole vestita di rosso, colore del festival, ha fatto da cornice ad un debutto che ha saputo sorprendere e far riflettere attorno ai fenomeni del contemporaneo e alle sue rappresentazioni.

Nel pomeriggio i primi tre incontri hanno declinato il tema attraverso l’analisi del kitsch della “tv verità” e del dolore con Alice Valeria Oliveri che ha analizzato anche come la morte sovente è stata raccontata dalla tv, da quella che arriva in diretta al Grande Fratello risalendo indietro al celebre e sadico scherzo tv ai danni di Sandra Milo e del figlio Ciro. La rassegna Cinesophia è stata aperta invece da Salvatore Patriarca che ha costruito attorno alla figura del “Padrino” la grammatica dei cattivi per eccellenza ravvisando nel capolavoro di Francis Ford Coppola la sintesi di tutta una genealogia del male. Infine Eugenio Radin che ha spostato il focus sul logos, sul linguaggio come arma “di distruzione di massa”, un male che agisce attraverso la parola.

Ma il momento di massima espressione del festival è arrivato con il primo dei philoshow con ospite Marcello Veneziani. Lo spettacolo filosofico musicale diretto ed ideato da Lucrezia Ercoli ha messo al centro della riflessione il tema del suicidio e della scontentezza e di come i cantautori hanno affrontato, spesso con canzoni leggere, talvolta “leggerissime” l’abisso del vuoto dell’esistenza e della mancanza di desiderio e di essere.

“L’originalità di questa manifestazione – ha sottolineato Marcello Veneziani – è proprio quella di indagare il luogo in cui alcuni pensieri alti si specchiano nelle pozzanghere della quotidianità, si specchiano nella vita di ogni giorno, diventano qualcosa che si vede già a terra. E’ il nichilismo che diventa fenomeno di massa”.

L’analisi filosofica arricchita dalle esecuzioni live della Factory di brani come Vecchio Frack, Un giorno dopo l’altro, I giardini di marzo, le ballate “nichiliste” di Vasco Rossi come Dannate nuvole e Vita spericolata, unite ai montaggi delle scene più belle e alienate del cinema internazionale (alla regia e ai montaggi un ispirato Riccardo Minnucci) hanno reso la performance una forma d’arte delicata e profonda come ha sottolineato anche la dirigente scolastica Donatella D’amico: “Questi spettacoli sono piccole opere d’arte che richiamano al pensiero critico, sono attimi di riflessione nella vita frenetica che facciamo tutti”. Soddisfazione per l’avvio della kermesse è stato espresso anche dal sindaco Daniele Silvetti: “Ancona è orgogliosa e onorata di ospitare Popsophia che dà risalto ad un percorso culturale che abbiamo voluto intraprendere, con una visione non di nicchia ma aperta al confronto e alle contaminazioni”. Ad introdurre lo spettacolo anche i saluti istituzionali del consigliere regionale Carlo Ciccioli e dell’assessore alla cultura Anna Maria Bertini.