Popsophia “a gonfie vele”

La serata dedicata a Vasco Rossi con Leo Turrini ha riempito all’inverosimile piazza del Popolo durante il secondo philoshow nel quale la direttrice artistica Lucrezia Ercoli ha sottolineato la parabola artistica e filosofica del Blasco, dalla vita spericolata vissuto “al massimo” al “nichilismo” di Dannate nuvole del “niente dura niente”. Il giornalista Leo Turrini, istrionico sul palco ha tracciato con aneddoti e storie un ritratto inedito di Vasco, supportato dalle clip video della regia di Riccardo Minnucci che ha riproposto alcuni pezzi storici come l’intervista fra i due Rossi (Vasco e Valentino) entrambi legati a Pesaro, come ha ricordato anche Turrini rievocando “gli anni a Rocca Costanza” di Vasco negli anni ’80. Fra il pubblico anche il sindaco Matteo Ricci e il consigliere regionale Andrea Biancani.

Ma la giornata di festival era iniziata nel pomeriggio al cortile Mazzolari Mosca con una serie di incontri densi ed emozionanti capaci di dare un quid alla riflessione sul tema. Gli interventi di Francesca Romana Recchia Luciani, Simone Sauza e Daniela Brogi hanno offerto, ciascuno per la sua parte, punti di vista sul tema del “mostro” mai banali e ricchi di sfumature.

Da sinistra Francesca Romana Recchia Luciani, Lucrezia Ercoli, Simone Sauza e Daniela Brogi

La docente e accademica Francesca Romana Recchia Luciani ha analizzato il tema del “mostruoso” attraverso la riflessione sui corpi deformi, dai freaks a Frankenstein, dalla Venere Ottentotta dove il mostruoso è connesso all’iper sessualizzazione del corpo, fino ai corpi mostruosi perché prodigiosi e capaci di performance sportive “al di fuori della norma” fino ad arrivare al corpo “tecnologico” mostruoso perché connesso, come un moderno Frankenstein con supporti, dal bypass alle protesi.

Del mostro per eccellenza, il serial killer, ha parlato invece Simone Sauza, una lectio densissima di temi e questioni partendo dalla fascinazione che subiamo per figure dalla psicologia complessa sottolineando i problemi di ordine etico che anche il solo “parlarne” fa sorgere, fino al ritratto che dei serial killer fanno serie tv come Dahmer o autobiografie.

Infine Daniela Brogi, docente di Letteratura italiana all’Università per stranieri di Siena,  ha mostrato come ancora oggi le donne siano “mostri” da tenere sotto il controllo del patriarcato, con esempi che vanno da Frankenstein a Dumbo fino alle isteriche. Le donne sono l’“elefante nella stanza” – ha detto –  “Il corpo delle donne è un campo di battaglia per scontri di potere e dominio di chi non sopporta che il soggetto sia così mostruosamente difforme dalla sua volontà”.