Un Auditorium Svoboda stracolmo ha accolto con entusiasmo lo spettacolo di Popsophia Donna/Danno, pensieri immagini e canzoni in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Macerata, Anmil e Asur Marche. Una serata unica per il tema trattato – la filosofia della prevenzione degli incidenti e delle malattie professionali – che ha fatto sorridere, piangere e ballare il numerosissimo pubblico accorso da tutte le Marche.
“Vogliamo rendere omaggio alle donne sottolineando la centralità del loro ruolo sia in ambito lavorativo sia nel contesto della prevenzione” ha dichiarato in apertura Maria Pia Azzurro, vicepresidentessa dell’Anmil, associazione che ha fortemente voluto e sostenuto lo spettacolo realizzato da Lucrezia Ercoli.
Dal nostro presente più vicino, con le immagini di Patricia Arquette che invoca l’equità salariale dal palco degli Oscars, alle suggestioni delle canzoni e dei film che hanno segnato la storia del femminismo. “La cultura pop – ha ricordato Lucrezia Ercoli – ci aiuta a capire che il proverbio chi dice donna dice dannonon è semplicemente uno scherzoso modo di dire, ma un pregiudizio ben radicato nelle nostra cultura. Fin dalle origini. La prima donna – Eva per la tradizione cristiana, Pandora per quella greca – è portatrice di innumerevoli danni per l’umanità.”
Le canzoni dell’ensemble musicale Popsound, la splendida voce di Rebecca Liberati, i versi di Chiara Pietroni, i video e la regia di Marco Bragaglia, le istallazioni di Matteo Catani hanno traghettato emotivamente la platea tra tematiche difficili che riguardano da vicino tutti, soprattutto le donne.
Come ha ricordato Lucia Isolani dell’Asur Marche, in dialogo sul palco insieme a Lucrezia Ercoli: “Registriamo un calo degli infortuni e un aumento delle malattie professionali soprattutto nelle donne. Le malattie professionali sono la vera sfida della prevenzione. È un problema serio perché queste donne possiedono una professionalità avanzata e se perdono l’amore per il lavoro perdono l’amore anche per se stesse. E non sempre trovano aiuto. Il lavoratore viene nel mio studio accompagnato dalla moglie, mentre la lavoratrice spesso viene da sola.”
Ed è proprio a queste donne che idealmente è stata dedicata la serata, alle donne che lavorano e che, anche in situazioni di malattia e difficoltà, non si arrendono. Con uno sguardo alle nuove generazioni: “Stasera ci sono le mie figlie, vorrei che questa serata fosse dedicata a loro, alle future donne. Noi siamo più grandi e dobbiamo lavorare per loro, per le pari opportunità.”