La Shoah nell’immaginario visivo contemporaneo

Ricordare la Shoah attraverso il racconto che di essa è stato fatto dal cinema, dal film hollywoodiano più celebre Schindler’s List di Steven Spielberg alla controstoria di Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino, passando per il successo internazionale de La vita è bella di Roberto Benigni. E dall’altro lato la filosofia che si è interrogata su quella “banalità del Male” che ha segnato il Novecento secondo la definizione di Hannah Arendt.

Popsophia si misura con una nuova sfida: andare al di là della commemorazione per capire, con le lenti della filosofia, come il male assoluto dell’Olocausto è stato ed è raccontato della cultura visuale e dall’immaginario collettivo. È possibile ricordare ciò che non può e non deve essere dimenticato, senza cadere in rappresentazioni rassicuranti o banalizzanti?

Il nuovo philoshow, “La Banalità del male” è in programma alla Mole Vanvitelliana sabato 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, alle ore 21.15.

Un viaggio che scende negli abissi dell’animo umano, tra memoria e oblio con le canzoni che hanno segnato il nostro immaginario sull’olocausto e che saranno realizzate dalla band Factory: dal canto ebraico Gam Gam fino all’inconfondibile tema per violino e piano del film Schindler’s List o a canzoni “manifesto” come “Dio è morto”.

Ad accompagnare Lucrezia Ercoli in questa narrazione intensa e complessa Andrea Minuz, docente di Storia del cinema e Teoria e analisi della sceneggiatura all’Università La Sapienza di Roma e autore di saggi e libri dedicati a Shoah e cinema tra cui La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico.

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