E’ stato il serbatoio emotivo dei sentimenti, li ha cantati tutti: dalla gelosia all’amore tossico, dalla nostalgia alla felicità. Lucio Battisti è l’eterna giovinezza dei falò sulla spiaggia e delle prime emozioni. E per questo ieri sera ad assistere allo spettacolo filosofico musicale di Popsophia c’erano oltre 2000 persone. Chi non ha trovato posto ha retto strenuamente in piedi e al caldo pur di rivedersi nello “specchio della nostra autobiografia”.
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/PH-Gasparroni-Luigi-IMG_1820-1024x683.jpg)
Così Marcello Veneziani ha descritto dal palco le canzoni di Lucio Battisti. Un philoshow ideato da Lucrezia Ercoli che ha saputo raccontare Lucio e la sua capacità di rendere immortali quei motivetti che parlano di amore. E di noi. Il filosofo ha tentato di spiegare la “filosofia di Lucio Battisti”: “Lucio Battisti ha a che fare col mito – ha detto Veneziani – perché i miti sono fuori dal tempo, capaci di farci vivere provvisorie eternità”. Alla direttrice artistica il compito di indagare invece l’amore dietro alle canzoni del duo Battisti Mogol: “i Da Ponte Mozart della musica italiana” – li ha definiti, capaci attraverso i loro testi di evocare i “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes.
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/PH-Gasparroni-Luigi-FLV_1656-1024x683.jpg)
Ma a parlare sono state soprattutto le canzoni, da “Un’avventura” a “Dieci ragazze”, da “Il tempo di morire” a “Io vivrò”, fino al bis richiesto a gran voce con l’immancabile “Acqua azzurra acqua chiara”.
La giornata si era aperta nel segno della narrazione con i due relatori che hanno saputo contestualizzare la vita, il temperamento e la voce di Lucio Battisti nel panorama artistico dell’epoca: Enrico Casarini ha fotografato un momento della carriera di Battisti: il duetto con Mina del 1972, così come Ivo Stefano Germano ha raccontato il rapporto fra musica e tv attraverso sigle, jingle e nuovi fenomeni che si stavano affacciando fra gli anni 70 e 80.
Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Fabrizio Ciarapica e dall’assessore al turismo Manola Gironacci, intervenuti in serata sul palco per sottolineare la capacità attrattiva del progetto “Rocksophia” che attira pubblico da tutta la regione.
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/PH-Gasparroni-Luigi-FLV_1496-1024x734.jpg)
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/PH-Gasparroni-Luigi-FLV_1573-1024x683.jpg)
Oggi Rocksophia conclude il suo percorso con la giornata più dura delle tre e dedicata alla spirale di autodistruzione che ha accompagnato la vita (e la morte) di quei musicisti che hanno affrontato il baratro delle loro ispirazioni. Fra eccessi, dipendenze e sostanze Rocksophia chiude con il lato oscuro del rock, i miti in eterna lotta scomparsi a 27 anni, all’apice della propria carriera. Per raccontarli arrivano Fabio Cantelli, autore del libro su San Patrignano che parlerà di musica e dipendenza e Davide Sisto, studioso “tanatologo”, esperto di morte che affronterà il tema della redenzione e violenza nell’esperienza musicale dell’hard rock. E per concludere questo viaggio nella musica arriva Carlo Massarini, a lui il compito di scendere con Dioniso nelle vite “maledette” di Jim Morrison, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e gli altri del “Club dei 27”.
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/PH-Gasparroni-Luigi-FLV_1718-1024x683.jpg)
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/PH-Gasparroni-Luigi-IMG_1856-1024x739.jpg)
![](https://popsophia.com/wp-content/uploads/rocksophia-varco-sul-mare-1024x576.jpg)