Chiusura tra commozione e nuovi confini per Popsophia. L’edizione anconetana che si è chiusa domenica sera alle Muse di Ancona ha segnato l’inizio di una nuova era per il festival. Un’evoluzione e un cambio di passo che è stato percepito tanto dal pubblico quanto dai relatori degli incontri che si sono dipanati in queste 4 intense giornate di incontri e di spettacolo.
Un festival che ha saputo intercettare un pubblico motivato, concentrato, attento alle tematiche proposte e che segue eventi culturali in tutta Italia. Una conferma che è arrivata dalle presenze geografiche degli spettatori che hanno scelto Ancona per il week end prenotando tutti gli appuntamenti in programma.

La serata conclusiva è stata l’occasione per tracciare un bilancio del festival di questi quattro giorni: “un’edizione travolgente che credo verrà ricordata nella storia del festival per una serie di motivi, – ha sottolineato la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – il primo per l’irruzione della Storia con l’elezione del Papa Leone XIV durante l’incontro inaugurale, ma anche perché abbiamo avuto presenze oltre le nostre più ottimistiche aspettative. Sul fronte del bilancio culturale possiamo dire che il tema è stato declinato in tutte le sue sfumature. Le Muse hanno regalato al festival un’esplosione e una grande potenza nei linguaggi utilizzati, dalla musica della band alle immagini della regia. L’altra grande soddisfazione ci è stata data dal pubblico che è arrivato davvero da tutta Italia dimostrando che quello di Ancona è un grande festival nazionale che può dire la sua nel panorama culturale italiano”.

Ma soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore alla Cultura Marta Paraventi che ha fortemente sostenuto il trasloco alle Muse e incoraggiato la crescita del festival:
“La seconda edizione del Festival nazionale Popsophia ad Ancona si è conclusa con un risultato eccezionale in termini di presenze, partecipazione e coinvolgimento emotivo, a dimostrazione di quanto la nostra città senta il bisogno di occasioni culturali di qualità capaci di parlare al cuore e alla mente. L’altissima affluenza di pubblico ha confermato che la scelta del Teatro delle Muse come nuova cornice del festival è stata non solo necessaria, ma anche lungimirante: uno spazio che ha saputo accogliere e valorizzare l’anima profonda di Popsophia, un festival che è pensiero, visione e incontro. Con Popsophia abbiamo raccontato “Ancona magica”, valorizzando la nostra storia, i nostri luoghi e le nostre opere, come la Negromante della Pinacoteca Civica, Emanuele Trevi e il suo legame con Ancona e con Francesco Scarabicchi; il mondo onirico di Enzo Cucchi, Il festival è diventato parte integrante del tessuto culturale cittadino”.


E poi l’annuncio verso nuovi orizzonti, ancora più lontani e internazionali con la “promessa” dell’eurodeputato Carlo Ciccioli di portare a Bruxelles Popsophia e Ancona per presentare il festival e le sue iniziative:
“Solitamente vengono proposti spettacoli che arrivano da fuori, che portano produzioni in replica in tutta Italia, invece Popsophia propone ogni volta qualcosa di nuovo. Io ringrazio Lucrezia Ercoli ed Hermas per aver portato il festival ad Ancona. La città ha potenzialità gli anconetani spesso non vedono. E per questo il festival arriverà nei prossimi giorni a Bruxelles per una serata dedicata a Popsophia a cui credo molto e a cui auguro grandissimo futuro”.

La chiusura domenica è stata affidata, nel pomeriggio al mondo magico da oroscopi ai tarocchi fino alle nuove divinità dei social con Melissa Panarello, Matteo Trevisani e Giorgiomaria Cornelio e in serata all’incanto delle parole, al mondo del fantasy dal Signore degli Anelli ad Harry Potter, con le colonne sonore epiche e maestose delle saghe riarrangiate dalla band Factory, da Rains of Castamere del Trono di Spade a Into the west di Annie Lennox del Signore degli Anelli. E poi ancora Defying gravity e la mitica colonna sonora di Harry Potter. In mezzo i draghi, il viaggio dell’eroe, dipanato da Licia Troisi che ha spiegato perché i mostri ci attraggono e perché il fantasy ci attrae. Assieme a lei il filosofo Simone Regazzoni che ha illustrato quanta filosofia c’è in Harry Potter, dal potere performativo delle parole (o formule magiche) fino a quello dell’amore, capace di sottrarre l’io dal tempo, “con la formula magica più potente di sempre – ha detto Regazzoni – quel ti amo che significa ‘sei l’essere per sempre di questo ora”.


