Un Teatro Lauro Rossi gremito fino al loggione ha celebrato la chiusura della prima edizione del festival Philodiritto, il primo festival nazionale interamente dedicato alla “pop filosofia del crimine e della giustizia”. Un applauso interminabile ha reso vincente il progetto culturale organizzato da Popsophia in collaborazione con il Comune di Macerata, la Camera Penale e il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Macerata, con la partnership del Consiglio Nazionale Forense e del quotidiano “Il Dubbio”.
Due giornate ricche di eventi che hanno riempito il teatro con un continuo flusso di spettatori da tutto il territorio, anche oltre i confini regionali, approdato a Macerata per prendere parte all’inedito viaggio pop nelle tematiche della filosofia e della legge attraverso sperimentazioni e produzioni uniche e originali. Le diverse declinazioni del tema del diritto sono state affrontate attraverso l’occhio del cinema, delle serie tv, della musica, vere cartine di tornasole del presente in cui viviamo.
Con il suo approccio innovativo Popsophia ha saputo raccontare il mondo dei tribunali e della giustizia, dall’eterna dicotomia tra peccato e reato fino alla libertà delle donne. Dibattiti e spettacoli filosofici guidati dai maggiori rappresentati del mondo forense italiano, dai presidenti del C.N.F. Andrea Mascherin e dell’U.C.P.I. Beniamino Migliucci fino alle presidenti nazionali dei Comitati Pari Opportunità dell’avvocatura. Con i giornalisti di cronaca giudiziaria, i filosofi del cinema e gli artisti di Popsophia, hanno costruito un nuovo percorso di formazione che ha riscosso commenti entusiasti da parte di avvocati, insegnanti e appassionati.
“Una scommessa vinta. È stato un tentativo culturalmente rischioso: connettere profondità e leggerezza, le urgenze del mondo del diritto e il successo dei fenomeni pop – ha dichiarato la direttrice artistica, Lucrezia Ercoli – Un percorso multidisciplinare per capire quanto profondamente lo stato di diritto, dalla gogna mediatica alla cronaca giornalistica, dal garantismo alla parità di genere, sia inevitabilmente scosso e ripensato dalla cultura di massa”.