Torna nella città di Civitanova Popsophia, filosofia del contemporaneo, dopo un’assenza di cinque anni. Uno spettacolo inedito realizzato per la città che per prima ha ospitato il festival della pop filosofia. L’evento è stato accolto da un pubblico caldo ed entusiasta che, per prendere posto, ha preso d’assalto il lido Cluana fin dalle ore del pomeriggio. Il primo desiderio della notte delle stelle cadenti si è avverato all’istante: “Popsophia, per quello che è diventata in questi 5 anni, per la novità che ha rappresentato nel dibattito culturale italiano, non deve ritornare, ma deve essere fatta a Civitanova Marche, la città che più di ogni altra nel panorama regionale rappresenta il pulsare del mondo contemporaneo, del modello economico marchigiano e dei prodotti culturali di massa. Noi vogliamo realizzare incontri originali, autentici, che facciano domandare al pubblico non chi viene in provincia, ma cosa di nuovo si produce per la città. Noi siamo ambiziosi e Popsophia è il partner ideale per la crescita culturale della città” ha dichiarato con orgoglio ed emozione il sindaco Fabrizio Ciarapica accompagnato dall’assessore Maika Gabellieri, inaugurando il philoshow serale, lo spettacolo filosofico musicale dedicato al cielo e al mare.
Una giornata incentrata sulla filosofia del desiderio tra performance teatrali, conferenze e concerti di musica dal vivo che hanno avuto inizio nel tardo pomeriggio fino al cadere della notte. A inaugurare il festival civitanovese con l’aperitivo culturale “Seconda stella a destra” è stato Massimo Donà, musicista, filosofo e professore ordinario di Filosofia Teoretica presso la facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano. Ha indagato il desiderio dell’uomo, una creatura irrimediabilmente desiderante: “il desiderio è la separazione incessante da un ordine astrale che vorrebbe incatenarci al nostro destino”, ha spiegato Donà.
In serata l’applauditissimo philoshow “Tra cielo e mare”, un’occasione per viaggiare tra filosofia e cultura pop alla scoperta delle domande dell’uomo contemporaneo che, smarrito, rivolge gli occhi al cielo: “Al cielo esteriore, abitato da pianeti e da stelle, corrisponde il cielo interiore dei pensieri e dei sentimenti che ci muovono. Abbiamo tracciato una geografia celeste che dà voce e sostanza alla geografia delle nostre passioni e dei nostri desideri” – ha spiegato la direttrice artistica Lucrezia Ercoli. Uno spettacolo filosofico – musicale accompagnato dalle parole del filosofo Simone Regazzoni: “Se il cielo diurno con la luce del sole rende visibile il mondo illuminando l’abisso dell’infinito, è solo per via della luce che non illumina, quella delle stelle, che il mondo si oscura e sotto i nostri occhi appare l’universo”.
Il varco sul mare, illuminato come un cielo stellato, è stata la perfetta quinta scenica per una riflessione che ha spaziato – con i montaggi cinematografici del regista Marco Bragaglia e la voce recitante dell’attrice Pamela Olivieri – da Giovanni Pascoli a Stanley Kubrick, da Omero a Dino Risi, da Lucrezio a La La Land. Con il fil rouge musicale della playlist stellare eseguita dalla band Factory, dal Il cielo di Renato Zero a Skyfall di Adele.