Lucrezia Ercoli su Rai 3 alla Biblioteca dei sentimenti

Da quello a gettoni a quello con la rotella, dai primi cellulari fino ai più tecnologici smartphone, veri e propri portali virtuali. Questo il tema al centro della nuova puntata della trasmissione culturale di Rai 3 “La Biblioteca dei sentimenti” in onda il sabato pomeriggio e condotta da Greta Mauro e dal poeta Franco Arminio.

La filosofa marchigiana è stata ospite dell’ultima puntata dedicata a un mezzo di comunicazione che ha rivoluzionato la nostra esistenza: il telefono. La trasmissione è stata arricchita dagli interventi del poeta Davide Rondoni e dei content creator Riccardo Pedicone e Sara Ciafardoni, con una performance musicale inedita di Giuseppe Oliveto e una fotografia introdotta da Carlos Solito.

Nel suo intervento, Lucrezia Ercoli ha esplorato, sollecitata dai conduttori, il rapporto viscerale che abbiamo sviluppato con il telefono, ormai non più solo un dispositivo di comunicazione, ma una vera e propria estensione del nostro corpo. Uno strumento che da un lato ci potenzia, ma dall’altro ci rende dipendenti.

Oggi si parla di “nomofobia”ha detto la Ercoli – la paura di restare senza cellulare. Essere irreperibili o disconnessi, anche solo per poche ore, appare oggi un’esperienza angosciante, nonostante fino a pochi decenni fa fosse la normalità”.

Riprendendo il suo lavoro sulla “Filosofia della nostalgia”, l’autrice ha affrontato anche il fenomeno della “retromania” legata ai telefoni analogici e ai primi modelli di cellulari. Curiosamente, questa nostalgia colpisce soprattutto le generazioni native digitali, che non hanno mai utilizzato quei dispositivi, ma che sembrano idealizzarli come simbolo di un’epoca meno frenetica, senza algoritmi, app e social network.

Nel corso della puntata, il dibattito si è esteso all’evoluzione delle relazioni sentimentali attraverso il telefono: dalle telefonate interminabili tra innamorati all’attesa delle spunte blu, dal telefono fisso della generazione boomer ai primi cellulari dei millennials, fino agli smartphone iperconnessi della Gen Z. Un percorso che evidenzia come il telefono abbia avvicinato persone lontane ma, al tempo stesso, complicato le interazioni in presenza, senza la mediazione dello schermo.

Lo smartphone – come osserva Ercoli – è diventato uno specchio magico dal fascino ipnotico, una moderna sfera di cristallo a cui affidiamo domande e conferme sul nostro presente e futuro. Una riflessione profonda su un oggetto che ha trasformato il nostro modo di comunicare, amare e vivere”.

La puntata è visibile su Raiplay.