Si chiude il sipario dello storico teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno sulla terza edizione di Cinesophia: l’ormai consolidato successo dell’unico festival italiano sulla Filosofia del Cinema si è aperto a contare numeri inattesi: un evidentissimo record di affluenza del pubblico ma soprattutto una cifra oltre le aspettative di iscritti tra studenti e insegnanti, centinaia le adesioni da tutta la regione e non solo al corso di formazione e aggiornamento che l’associazione culturale Popsophia garantisce da tempo nelle sue manifestazioni, grazie alla preziosissima collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale.
La filosofia è cambiata, si è trasformata ed è evoluta insieme al mondo che la circonda: nelle due giornate del 18 e 19 gennaio questa rivoluzione è stata proprio Cinesophia, il festival nazionale dedicato alla pop filosofia del cinema.
Il tema “Utopia e Distopia”, scelto per l’edizione 2019, si è inserito nel dibattito culturale attuale sulle inquietudini della contemporaneità: quest’anno il festival si è confrontato con la complessità dell’arte cinematografica del nuovo millennio dimostrandosi un’imperdibile occasione per riflettere sulle caratteristiche delle società del futuro immaginate dalla letteratura, dal cinema e della televisione, insieme a giornalisti, filosofi, artisti e alla stessa amministrazione comunale: sul palcoscenico, a dissertare a turno prima sul tema utopico e, nella seconda giornata, su quello distopico, anche il sindaco Guido Castelli e la vicesindaco Donatella Ferretti.
“Siamo felicissimi del riscontro che Ascoli Piceno ci ha restituito – ha detto la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – abbiamo riflettuto sul rapporto tra giustizia, potere e tecnologia che il tentativo utopico di realizzare una comunità perfetta ha trasformato nei peggiori incubi del presente grazie all’immaginazione cinematografica, da sempre una delle armi più potenti per rivendicare un futuro diverso, meno perfetto, ma più libero”.
Cinesophia è stata l’occasione data a più generazioni di unirsi sotto il segno del contemporaneo, un ponte di dialogo e ragionamento che ha fatto riscoprire l’universo degli ideali utopici e il loro contrario: un viaggio al termine della notte in due giornate dove l’autenticità si è posta all’incrocio tra umano e artificiale.
Due gli omaggi importanti ai grandi della cinematografia internazionale scomparsi entrambi recentemente: hanno inaugurato la terza edizione del festival i ricordi di Stan Lee e di Bernardo Bertolucci. Tanti gli ospiti prestigiosi, la musica dal vivo e l’accurata selezione della migliore produzione cinematografica: appuntamenti multidisciplinari che hanno navigato dai tratti delle sognanti utopie della filosofia Disney al futuro indesiderabile tracciato a partire da Blade Runner fino a Black Mirror; dalle abilità sovrumane degli iconici personaggi portati alla ribalta dalle strisce a fumetti, dalle serie televisive e dai film come Spiderman e Daredevil, agli incubi distopici raccolti in un viaggio da “Metropolis” a “Il racconto dell’ancella”.
Tante le contraddizioni che alla fine si sono unite in un testo espanso: il linguaggio della canzone, i testi tradotti, i film, le serie tv, le citazioni filosofiche hanno costruito domande germinanti e naturali, forse molto più necessarie delle relative risposte.