Quadri da ascoltare – Omaggio a Ivo Pannaggi

Martedì 19 Giugno in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata a Palazzo Galeotti, presso l’aula Svoboda si è svolto l’evento “Quadri da ascoltare e musica da vedere”, un omaggio musicale a Pannaggi. Ad introdurre la serata è Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia: “Un dialogo tra due arti che filtrano la realtà in modo simile e contrario, la pittura e la musica, omaggiando un artista maceratese che ha portato la nostra città nel mondo, Ivo Pannaggi. L’incontro tra il linguaggio pittorico e quello musicale produce uno sguardo alternativo sul futurismo e la sua tensione prometeica e vitalista verso la modernità”. 

Da un lato, i quadri di Ivo Pannaggi: pittore emblema del Futurismo italiano che nel 1922 scrive il famoso “Manifesto dell’Arte Meccanica Futurista”, la cui opera più celebre “Treno in corsa” è arrivata al Guggenheim di New York. Un artista eclettico che ha espresso il suo genio non solo nella pittura ma anche nel giornalismo, nella scenografia, nella scultura e nell’architettura. Dall’altro, le composizioni del musicista Matteo Moretti, autore marchigiano e direttore musicale di Popsophia, che attraverso sei brani inediti ha animato le opere di Ivo Pannaggi, trasmettendo con la sua musica l’emozione dello sguardo che dà voce al gesto pittorico.

“L’idea di questo lavoro è nata il giorno in cui ho scoperto Ivo Pannaggi vedendo le sue caricature al Museo Biumor di Tolentino – dice Matteo Moretti – In quel momento ho sentito l’esigenza di legare il mio linguaggio artistico con le opere futuriste che avevo dinanzi agli occhi”.

Matteo Moretti con la sua band composta da Marco Pacassoni (vibrafono), Giulio Vampa (chitarra elettrica), Matteo Pantaleoni (batteria) e Pierfrancersco Ceregioli (elettronica gestuale), e con le letture dell’attrice Pamela Olivieri, è riuscito a raccontare le opere di Pannaggi facendo percepire con le note il movimento del “Treno in corsa”, dando forma alla “Jazz Band”, animando la caricatura di “Buster Keaton”, l’uomo marionetta. Opere straordinarie che, insieme a “Mia madre legge il giornale”, “Dinamismo assoluto della mano sinistra” e “Astrazione prospettica”, sembrano rivolgere al pubblico le domande su cui si interrogavano i futuristi all’inizio del Novecento e che ancora oggi perturbano il mondo dell’arte: “Qual è il confine tra un uomo e una marionetta? Che ne è dell’umanità se la macchina diventa più umana dell’umano?”